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Thursday, March 19, 2015

Euridice e i suoi innamorati

Che bello, che commovente,  il raccontino che Erri de Luca fa degli anni settanta. C'erano quelli buoni e nobili che, nei panni di Orfeo, cercavano di liberare la giustizia (Euridice), di cui erano innamorati, dalle profondità dell'Ade, e così trasformavano la società; poi c'erano gli ignavi (pare la stragrande maggioranza della generazione di cui si parla, ad onta delle "masse" di cui si fregia de Luca) che non presero posizione; e i cattivi che presero le parti del potere, e oggi sono la classe dirigente.

Ed andò a finire che, povero Orfeo, conobbe:

"...le prigioni e le condanne sommarie costruite sopra reati associativi che non avevano bisogno di accertare responsabilità individuali. Ognuno era colpevole di tutto. Il nostro Orfeo collettivo e stato il più imprigionato per motivi politici di tutta la storia d’Italia,[...] Si consumò una guerra civile di bassa intensità ma con migliaia di detenuti politici. Una parte di noi si specializzò in agguati e in clandestinità. Ci furono azioni micidiali e clamorose ma senza futuro..."

Quanto ci piace, direbbe Brecht, lodare il nostro cappello. Questo racconto rifulge talmente di nobiltà orfica che si stenta a ricordare che, negli stessi anni, non c'era solo la mafia ad ammazare, dopo processi sommari documentati in penosissimi filmati, i fratelli dei pentiti. (Roberto Peci, anyone?)
Come accade nei migliori romanzi storici, anche qui alcune comparse sono ignorate per non appesantire il discorso di dettagli - si tratta degli operai, ingegneri, giornalisti, giudici e semplici ragazzi che finirono mortammazzati in quelle azioni micidiali, ma ahimè, sospira Erri, senza futuro. D'altronde, loro Euridice l'hanno davvero incontrata e si suppone che per il nostro Erri siano quelli fortunati.


Il 5 Giugno Erri de Luca (che quanto ad errare non scherza) viene processato per aver rilasciato un'intervista dove auspicava il sabotaggio dei cantieri della TAV. Non penso neppure per un momento di prendere per buone le sue proteste sul candore di quelle dichiarazioni - penso ciononostante che non debba essere condannato, perché ritengo la libertà di parola un bene irrinunciabile - la sua, ma anche di quella di David Irving, e non so se lui sarebbe d'accordo. So che è in questi casi che è massimamente attuale la citazione di H.L.Mencken:

"Il guaio di combattere per la libertà umana è che si passa la maggior parte del tempo
a difendere dei farabutti. Infatti è contro costoro che le leggi oppressive sono inizialmente dirette, e l'oppressione va fermata alla radice, se la si vuole fermare."


"The trouble with fighting for human freedom is that one spends most of one's time defending scoundrels. For it is against scoundrels that oppressive laws are first aimed, and oppression must be stopped at the beginning if it is to be stopped at all."
H.L. Mencken



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