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Monday, December 1, 2014

A bocca aperta

Così recita il corrierone:

Annuncia su Facebook l'omicidio dell'ex moglie, centinaia di «mi piace»

E lo stesso episodio echeggia, sconsolata, la pagina Facebook di Loredana Lipperini.

Niente di cui rallegrarsi, eh. Un marito separato, animato dal consueto, canagliesco, rancore, va a casa dell'ex moglie con un coltello da caccia. Dopo (o forse - poco prima, non si sa) ancora sporco di sangue, scrive delle sue gesta su FB - anche lui in fondo, è social.

 E la gggente (237 esemplari di gggente) , nella miglior tradizione di 4chan, mette il like ("OP delivers. Upvote.") E altra gggente (molto di più, invero) si indigna - sempre in maniera social, ca va sans dire, e condivide, e commenta, sul corrierone, sulla pagina della Lipperini, e (penso) su Repubblica, twitter. Etc.

Una domanda che mi sono posto è - che differenza c'è tra quelli che mettono il like, quelli che condividono dicendo "Dovresti morire tu, maledetto schifoso", e quelli che affollano i forum  più alti diciharando "Agghiacciante","Non voglio credere che l'umanità sia così", "237 incitamenti all'omicidio che la giustizia non potrà colpire".


 Sarà eccesso di cinismo, non riesco a trovarcene nessuna (a parte quella - ovvia - del significato letterale dell'intervento). Manifestano tutti quello che Pitigrilli chiamava il teppismo del lettore (il brano è in fondo al post). Un po' come Aldo che mostrava  al controllore dell'autobus la dichiarazione dei redditi per provare di essere un cittadino probo  o improbo, a seconda del caso e dei punti di vista.

Tutti che prendono posizione, tutti che l'avevano pensata già così, o magari cosà. Tutti intenti a definirsi, a buon mercato, a spese di un episodio di cronaca - oggi il femminicida, domani Renzi, dopopdomani il gattino che ha commosso il web. Mi ricordano quelli che inviano SMS alle radio per dire "Questa musica mi ha toccato profondamente l'anima". Che emozione.



 Ed ecco il promesso Pitigrilli:

 "Poiché siamo sulla via delle confidenze, riconosco di aver assecondato il teppismo del lettore. Mi spiego: per la strada, quando scoppia un litigio o avviene un incidente della circolazione, scaturisce improvvisamente dalle viscere della terra un individuo che cerca di dare un' ombrellata a uno dei due contendenti, che generalmente è l' automobilista. Il teppista ignoto ha sfogato il suo rancore latente. Così nei libri: il lettore che non ha idee o le ha allo stato amorfo, quando trova una frase pittoresca, fosforescente o esplosiva, se ne innamora, l' adotta, la commenta con un punto esclamativo, con un «bene!», un «giusto!», come se egli l' avesse sempre pensata così, e quella frase fosse l' estratto quintessenziale del suo modo di pensare, del suo sistema filosofico. Egli «prende posizione», come diceva il Duce. Io gli offro il modo di prendere posizione senza scendere nella giungla delle varie letterature."

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