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Monday, February 22, 2016

I giornali e l'effetto amnesia Gell-Mann

La fiducia che accordiamo  ai media è totalmente immeritata. Tutti noi abbiamo sperimentato quell'effetto che io chiamo "effetto amnesia di Gell-Mann". (Lo chiamo così perchè una volta ne ho parlato con Murray Gell-Mann, e questo mi permette di citare un  nome famoso che conferisce più importanza all'effetto)

In breve si tratta di questo: aprite il giornale e leggete un articolo su qualcosa che conoscete bene; che so,  per Murray potrebbe essere  la Fisica, per me, lo spettacolo. Vi rendete conto che il giornalista non sa nulla nè di quello che è successo, nè di quello che è coinvolto, fino al punto, spesso, di capovolgere cause ed effetti. (Il mio nome per queste storie è "L'allagamento della strada provoca un forte acquazzone") I giornali ne sono pieni. Comunque, leggete divertiti - o esasperati - l'articolo con tutti gli assurdi errori che contiene. Poi girate pagina, ad esempio alla sezione Esteri, e riprendete interessati la lettura come se per qualche motivo il giornale possa essere più preciso sulla Palestina che sui fatti dell'articolo che avete appena finito di leggere. Voltate la pagina e dimenticate quello che avete appena imparato.

Questo è l'effetto amnesia di Gell-Mann.

Una cosa notevole è che questo effetto non compare in altre aree della nostra esperienza: nella vita di tutti i giorni, quando sappiamo che qualcuno ci mente regolarmente o che distorce i fatti in altri modi, impariamo presto a non dargli retta. In tribunali, si applica normalmente il principio falsus in uno, falsus in omnibus  - se  una parte è falsa, è falso tutto il resto. E tuttavia nel caso del giornale (e degli altri media)  continuiamo a credere, irragionevolemente, che valga la pena prendersi il tempo di leggere gli altri articoli, benché sia quasi certo che si tratti uno spreco di tempo. L'unica spiegazione per questo tipo di comportamento è l'amnesia.

- Michael Chricton “Why Speculate?”, 2002




"Media carries with it a credibility that is totally undeserved. You have all experienced this, in what I call the Murray Gell-Mann Amnesia effect. (I call it by this name because I once discussed it with Murray Gell-Mann, and by dropping a famous name I imply greater importance to myself, and to the effect, than it would otherwise have.)

Briefly stated, the Gell-Mann Amnesia effect works as follows. You open the newspaper to an article on some subject you know well. In Murray’s case, physics. In mine, show business. You read the article and see the journalist has absolutely no understanding of either the facts or the issues. Often, the article is so wrong it actually presents the story backward-reversing cause and effect. I call these the “wet streets cause rain” stories. Paper’s full of them. In any case, you read with exasperation or amusement the multiple errors in a story-and then turn the page to national or international affairs, and read with renewed interest as if the rest of the newspaper was somehow more accurate about far-off Palestine than it was about the story you just read. You turn the page, and forget what you know.

That is the Gell-Mann Amnesia effect.

I’d point out it does not operate in other arenas of life. In ordinary life, if somebody consistently exaggerates or lies to you, you soon discount everything they say. In court, there is the legal doctrine of falsus in uno, falsus in omnibus, which means untruthful in one part, untruthful in all. But when it comes to the media, we believe against evidence that it is probably worth our time to read other parts of the paper. When, in fact, it almost certainly isn’t. The only possible explanation for our behavior is amnesia."

- Michael Chricton “Why Speculate?”, 2002