Da molto tempo non penso più che "moderazione" sia sinonimo di "essere moderati". Soprattutto su internet e e dintorni (ma quella di silenziare le critiche è una caratteristica soprattutto umana: il medium c'entra fino ad un certo punto).
Esistono forum (quello di Repubblica, tra gli altri) dove basta accennare una critica alle politiche editoriali della testata per essere moderati in pochi nanosecondi. Siamo ancora abbastanza lontani dalla franchezza di Time Magazine che, nel numero che celebrava il suo anniversario, pubblicò sotto il titolo "Dear Idiots..." un'antologia di lettere (anche violentemente) critiche, che nel corso degli anni aveva pubblicato, normalmente senza commento.
Per questo, quando vengo ridotto ad un moderato silenzio, più che arrabbiarmi o sorprendermi, mi diverto.
Questa è solo un'altra divertente conferma. Mi sembra chiaro che il mio commento all'articolo dell'autrice (un commento moderatamente ironico che recita(va) "Che affascinante paese. Possiamo scegliere tra presunti intelligenti (a sinistra) e cialtroni autentici (a destra)." ) sia ormai ridotto ad un moderatissimo silenzio, incastrato com'è tra un commento che inizia con "Sei stupenda...." e uno che dice "Chapeau."
Anche chi si autodefinisce libero ama sentirsi stupendo, predicare solo per la congregazione, e lodare il proprio cappello (come sapeva Brecht).
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Thursday, July 31, 2008
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