"Il giornalismo rock è gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, al fine di produrre articoli per gente che non sa leggere." (Frank Zappa)
Penso che il profetico Frank avrebbe potuto dire la stessa cosa di tutta la stampa/informazione contemporanea ed azzeccarci perfettamente.
Leggo su Punto Informatico , che i giornali italiani hanno l'intenzione di cercare di fare pagare i propri contenuti (parola evidentemente usata con ampio beneficio d'inventario) online:
"A lanciare il dibattito è stato Carlo De Benedetti, con una lettera aperta inviata a Il Sole 24 Ore giovedì 21 Maggio. Il principale azionista del gruppo che comprende La Repubblica e L'Espresso ha gettato sul tavolo tutti i nodi principali: la difficoltà di farsi pagare da utenti internet viziati dal modello free, l'esigenza di investire sui contenuti di approfondimento e qualità, le promesse del modello basato sui micro-pagamenti. "
"Bianco e i Popolari in piazza per il Cancellierato"
mi convinse che mi stavano pesantemente prendendo per i fondelli (Bianco (Gerardo) in piazza? Coi popolari?? Per il cancellierato????).
Smisi di comprare i fogliacci senza rimpianti e senza crisi di astinenza, ricascandoci solo di rado (3-4 volte al mese, ultimamente). Leggo qualche volta un quotidiano locale (per comic relief e per sapere cosa c'è al cinema) e, a volte, l'Economist. Come fonte di notizie, la stampa italiana (on e offline) si piazza un bel po' sotto televideo. A meno che uno non provi un divorante interesse per l'ultima dichiarazione del politico di turno. Le versioni online aggiungono una spruzzata di tette e idiozie in stile Novella 3000 (se ne sentiva la mancanza) forum pesantemente censurati e sondaggi probabilmente pilotati (o facilmente pilotabili).
Ogni volta che mi capita di avere notizie di prima mano devo constatare che i mezzi d'informazione (principalmente italiani, ma non solo) le deformano al punto da rendere il loro resoconto totalmente inaffidabile, e spesso falso al 100%. La competenza di molti dei "commentatori" su ciò che commentano è spesso risibile: Domenica Repubblica aveva un articolo sugli "hacker" da cui si deduceva che - secondo l'autore - "bug" significa "buco" ("Gli hacker trovano i bug e li allargano"). Chapeau.
Mi chiedo chi mai, sano di mente e di corpo, pagherebbe per accedere a questi detriti? A meno di ricorrere ai trucchetti che usano i venditori di suonerie, l'unico risultato che otterranno sarà azzerare i loro proventi pubblicitari online.
No comments:
Post a Comment