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Monday, November 9, 2009
Enfasi
Ne ho fatto il pieno. Enfasi di chi la pensa come me, enfasi di chi la pensa al contrario di me, enfasi di chi pensa poco e di chi pensa troppo, enfasi per il gusto del paradosso. Che palle.
Friday, November 6, 2009
The Dizzy Gillespie All Star kicks ass!!
Giovedì 5 Novembre, Modena, Baluardo della Cittadella:
"Dizzy Gillespie All Stars":
Assente (purtroppo) il trombonista Slide Hampton, ma con la presenza in veste di ospite della fenomenale Roberta Gambarini, il sestetto guidato da James
Moody ieri sera ci ha regalato due ore di grande musica, reinterpretando con freschezza straordinaria un repertorio di standard e composizioni del trombettista di cui portano il nome (John Birks "Dizzy" Gillespie).
Mi è spesso capitato di assistere a concerti alla fine dei quali ho dovuto concludere che i musicisti avevano avuto una serata sbagliata: ieri sera sono stato certo di assistere a una serata magica (a meno che la formazione non si esprima sempre a questi livelli...)
In particolare evidenza i solisti (Chestnut, Moody e Gisbert) con il supporto puntuale e attentissimo della ritmica di Lee ed Ector hanno dato una lezione di rilassatezza, interplay e inventiva. L'interazione tra ritmica e solisti è stata fluida e creativa per tutta la sera: praticamente il gruppo non ha mai suonato due chorus allo stesso modo e la tensione ritmica non ha mai avuto un cedimento.
Moody (84 anni!) - che era anche il divertente presentatore della serata e si è perfino esibito come cantante in una versione di "Pennies from heaven" - si è espresso a livelli elevatissimi soprattutto al tenore toccando vertici di espressività e lirismo nel suo intervento (troppo breve!) su "You Don't Know What Love Is".
Chestnut, il (colossale) pianista, ha trovato modo di visitare praticamente tutti gli stili dallo stride fino a passaggi atonali, facendo sfoggio di un senso armonico e ritmico stupefacente e strappando al pubblico applausi fragorosi.
Gisbert, alla tromba, ha dato prova di inventiva e maestria tecnica, con entusiasmanti successioni di acuti, che non potevano mancare in una formazione intitolata alla memoria di Dizzy, con cui tutti i componenti hanno avuto occasione di suonare per diverso tempo.
In uno dei brani, Gisbert si è esibito in un assolo con la sordina Harmon dando una dimostrazione pratica - e rarissima - di come si può utilizzare questa sordina senza essere una citazione di Miles Davis.
Un capitolo a parte merita Roberta Gambarini, cantante e interprete strepitosa. Dopo essersi presentata con una sequenza di fuochi artificiali con una version scat di "On the Sunny Side of the Street" (dove ha eseguito gli assoli di Gillespie, Rollins e Stitt dal disco "Sonny Side Up"), ha proseguito con una serie di emozionanti interpretazioni ("You don't know what love is", "Blue'n Boogie") riuscendo ad essere fresca e personale persino su un brano stravisitato come "Lover Man". La persona che assisteva al concerto con me ha commentato: "Non è un'interprete, è un altro strumento"
Insomma, come aveva preannunciato Moody nella sua presentazione:
"All musicians in this group are baaaaaad, and this is a baaaaaaad group".
"Dizzy Gillespie All Stars":
- James Moody (ts,fl),
- Greg Gisbert (tp),
- Cyrus Chestnut (p),
- John Lee (b),
- Vincent Ector (dr),
- Roberta Gambarini (voice)
Assente (purtroppo) il trombonista Slide Hampton, ma con la presenza in veste di ospite della fenomenale Roberta Gambarini, il sestetto guidato da James
Moody ieri sera ci ha regalato due ore di grande musica, reinterpretando con freschezza straordinaria un repertorio di standard e composizioni del trombettista di cui portano il nome (John Birks "Dizzy" Gillespie).
Mi è spesso capitato di assistere a concerti alla fine dei quali ho dovuto concludere che i musicisti avevano avuto una serata sbagliata: ieri sera sono stato certo di assistere a una serata magica (a meno che la formazione non si esprima sempre a questi livelli...)
In particolare evidenza i solisti (Chestnut, Moody e Gisbert) con il supporto puntuale e attentissimo della ritmica di Lee ed Ector hanno dato una lezione di rilassatezza, interplay e inventiva. L'interazione tra ritmica e solisti è stata fluida e creativa per tutta la sera: praticamente il gruppo non ha mai suonato due chorus allo stesso modo e la tensione ritmica non ha mai avuto un cedimento.
Moody (84 anni!) - che era anche il divertente presentatore della serata e si è perfino esibito come cantante in una versione di "Pennies from heaven" - si è espresso a livelli elevatissimi soprattutto al tenore toccando vertici di espressività e lirismo nel suo intervento (troppo breve!) su "You Don't Know What Love Is".
Chestnut, il (colossale) pianista, ha trovato modo di visitare praticamente tutti gli stili dallo stride fino a passaggi atonali, facendo sfoggio di un senso armonico e ritmico stupefacente e strappando al pubblico applausi fragorosi.
Gisbert, alla tromba, ha dato prova di inventiva e maestria tecnica, con entusiasmanti successioni di acuti, che non potevano mancare in una formazione intitolata alla memoria di Dizzy, con cui tutti i componenti hanno avuto occasione di suonare per diverso tempo.
In uno dei brani, Gisbert si è esibito in un assolo con la sordina Harmon dando una dimostrazione pratica - e rarissima - di come si può utilizzare questa sordina senza essere una citazione di Miles Davis.
Un capitolo a parte merita Roberta Gambarini, cantante e interprete strepitosa. Dopo essersi presentata con una sequenza di fuochi artificiali con una version scat di "On the Sunny Side of the Street" (dove ha eseguito gli assoli di Gillespie, Rollins e Stitt dal disco "Sonny Side Up"), ha proseguito con una serie di emozionanti interpretazioni ("You don't know what love is", "Blue'n Boogie") riuscendo ad essere fresca e personale persino su un brano stravisitato come "Lover Man". La persona che assisteva al concerto con me ha commentato: "Non è un'interprete, è un altro strumento"
Insomma, come aveva preannunciato Moody nella sua presentazione:
"All musicians in this group are baaaaaad, and this is a baaaaaaad group".
Wednesday, November 4, 2009
Settimana Musicale...
Domenica 1 Novembre, Teatro Manzoni a Bologna: Take 6. Bello spettacolo. Voci molto belle (soprattutto il basso, Alvin Chea). Unico neo: l'eccesso di bravura li porta a straripare sul repertorio, che a volte viene sottoposto a un trattamento straniante. Ma insomma, ce ne fossero così.....
Martedì 3, Novembre 2009, Teatro Comunale di Modena (nel quadro della reassegna musicale Grandezze e Meraviglie): Agrippina, di G.F. Haendel. La mia seconda opera Hendeliana (a teatro: la prima era stata Partenope, l'anno scorso). Una rappresentazione tutta giocata sul filo del comico/grottesco (e per mia vergogna devo dire che c'ho messo circa mezzo atto a capirlo - dopo aver pensato che il regista avesso assunto qualche sotanza proibita di troppo). Bella, tutto sommato, ad onta di diverse mancanze musicali (cantanti ed orchestra non sempre all'altezza, IMHO: ma dopotutto si tratta pur sempre di allievi). La cosa migliore dello spettacolo - a mio parere quella di essere riuscito a disinnescare il terribile senso di noia che possono provocare, nell'opera barocca, la staticità dell'azione e la rigidità formale (recitativo-aria col 'da-capo'-recitativo...). Se prendo come termine di confronto Partenope, che era visivamente bellissima e che ebbe un trattamento musicale migliore, non posso dimenticare che uscire svegli dal primo atto fu impresa erculea (gli altri due erano meglio).
Giovedì 5 Novembre 2009, Baluardo della Cittadella, Modena: Dizzy Gillepie All Stars. Stay tuned....
Martedì 3, Novembre 2009, Teatro Comunale di Modena (nel quadro della reassegna musicale Grandezze e Meraviglie): Agrippina, di G.F. Haendel. La mia seconda opera Hendeliana (a teatro: la prima era stata Partenope, l'anno scorso). Una rappresentazione tutta giocata sul filo del comico/grottesco (e per mia vergogna devo dire che c'ho messo circa mezzo atto a capirlo - dopo aver pensato che il regista avesso assunto qualche sotanza proibita di troppo). Bella, tutto sommato, ad onta di diverse mancanze musicali (cantanti ed orchestra non sempre all'altezza, IMHO: ma dopotutto si tratta pur sempre di allievi). La cosa migliore dello spettacolo - a mio parere quella di essere riuscito a disinnescare il terribile senso di noia che possono provocare, nell'opera barocca, la staticità dell'azione e la rigidità formale (recitativo-aria col 'da-capo'-recitativo...). Se prendo come termine di confronto Partenope, che era visivamente bellissima e che ebbe un trattamento musicale migliore, non posso dimenticare che uscire svegli dal primo atto fu impresa erculea (gli altri due erano meglio).
Giovedì 5 Novembre 2009, Baluardo della Cittadella, Modena: Dizzy Gillepie All Stars. Stay tuned....
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