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Friday, August 31, 2018

A history of the word "Fuck"

Announcer:

Perhaps one of the most interesting words in the English language today is the word "fuck".

Of all the English words beginning with f, "fuck" is the single one referred to as the "f-word". It's the one magical word: just by its sound it can describe pain, pleasure, hate and love.

"Fuck", as most of the other words in English, has arrived from Germany. "Fuck" from German's "fliechen" which means "to strike". In the English language, "fuck" folds into many grammatical categories.

As a transitive verb, for instance:

"John fucked Shirley."

As an intransitive verb:

"Shirley fucks."

Its meaning isn't always sexual: it can be used as an adjective, as in:

"John's doing all the fucking work."

As a part of an adverb:

"Shirley talks too fucking much."

As an adverb enhancing an adjective:

"Shirley is fucking beautiful."

As a noun:

"I don't give a fuck!"

As a part of a word:

"Abso-fucking-lutely"

or:

"In-fucking-credible"

Or as almost every word in a sentence:

"Fuck the fucking fuckers!"

As you must realize, there aren't many words with the versatility of  the word fuck.

These examples show it used as a synonym the following words;

  • fraud: "I got fucked."
  • trouble: "I guess I'm really fucked now."
  • dismay: "Oh, fuck it!"
  • aggression: "Don't fuck with me, buddy!"
  • difficulty: "I don't understand this fucking question"
  • inquiry: "Who the fuck was that?"
  • dissatisfaction: "I don't like what the fuck is going on here"
  • incompetence: "He's a fuck-off!"
  • dismissal: "Why don't you go outside and fuck yourself?"

I'm sure you can think of many more examples.

With all these multipurpose applications, how can anyone be offended when you use the word?

Use this unique, flexible word more often in your daily speech. It will identify the quality of your character immediately. Say it loudly and proudly:

"FUCK YOU!"


- The Monty Python

Monday, May 14, 2018

Kit antitroll: cartellino giallo.

Istruzioni: questo modulo serve a rendere più comodo sbarazzarsi dai troll. Si può usare  nei forum, sui social, e in tutti i casi in cui s'incontra il buon vecchio Dick Internet. Basta copiare, incollare e personalizzare il testo, e farlo ogni volta che si individuano i segni del trollaggio (è il caso di familiarizzarsi con le sottogliezze di quest'arte oscura). Immediatamente dopo l'uso del form, bisogna scollegarsi dalla discussione (il che è il senso principale di tutta l'operazione), e ci si gode la pace portata dal silenzio. Evitate di usare il modulo troppo spesso, e tenete solo le violazioni commesse (se volete, potete citare la fonte).riducete alle  gli eccessi,  Il modo in cui lo uso io: 
  1. Alla  prima violazione, invio questo modulo e cesso ogni interazione diretta.
  2. Alla seconda violazione reinvio la notifica seguita da un avviso di killfile  seguito dal ban (una classica sequenza cartellino giallo/rosso, tanto non imparano mai)
Soprattutto, non fate come Dick, e seguite le regole della casa.

Licenza: CC-BY-NC-ND



Salve, devo purtroppo avvisarti che hai violato le regole della casa.

In particolare le tue infrazioni sono: (spuntare tutte le infrazioni rilevanti)

 1.1 Ti sei comportato da troll
 1.2 Ti sei comportato in maniera arrogante
 1.3 Ti sei comportato in maniera stupida
 2.1 
Ti sei comportato in maniera fastidiosa
 2.2 Hai fatto osservazioni personali
 2.3 Hai insultato altri utenti
 2.4 Ti sei comportato da adolescente senza esserlo (Se hai meno di 15 anni, fallo presente e questa infrazione non sarà presa in considerazione)
 3.1 Sei stato irrazionale
 3.2 Sei stato maleducato


    Inoltre, hai agravato la tua posizione con le seguenti azioni: (spuntare tutte le aggravanti applicabili)

     doxxing
     net-stalking
     aver tenuto comportamenti incredibilmente asinini
     aver messo per iscritto frasi che richiederebbero un esposto al tribunale
     aver dimostrato di possedere una bassissima padronanza della lingua e di essere incapace di comprendere un testo scritto
     aver tenuto un comportamento normalmente associato a gravi disordini neurologici/psichiatrici
     aver provato, al di là di ogni ragionevole dubbio, di essere incapace di intrattenere penseri coerenti (e lasciamo stare il pensiero razionale)
     aver messo in mostra ignoranza ed inadeguatezza intellettuale in quantità stupefacente perfino per internet (e ce ne vuole)
     Altro:................................................................

    Questo utente osserva le regole della casa, e perciò  terminerà ora la conversazione. Inoltre disabiliterà le notifiche, per darti agio di reagire con una delle elaborate e leggeremente patetiche risposte tipiche di queste situazioni, senza con ciò esserne ulteriormente disturbato. In caso di ulteriori infrazioni, l'utente si riserva il diritto di inserirti nella sua ban list (Wikipedia search: plonk), un luogo tranquillo dove potrai continuare a comportarti male senza essere sentito.

    Cordialmente,

    Nota Bene: questo è un modulo prestampato, l'originale aggiornato si trova a questo indirizzo.

    Sunday, January 28, 2018

    Guardate che neanche uno su mille ce la fa. E in fondo neanche se lo merita.

    Un paio di giorni fa è capitato in uno dei miei stream il sottotitolo
    di uno dei Ted Talks (non mi ricordo quale, so solo che l'oratore è
    una donna di colore). Una cosa motivazionale del tipo "Come possiamo
    insegnare ai giovani ad essere pensatori indipendenti, mettere in
    dubbio l'autorità, perseguire il proprio sogno". L'ossatura di un
    Bildungsroman Hollywoodiano o Disneyano. Il signor Smith che va a
    Washington, Erin Brokovitch che sconfigge la corporation e via
    dicendo. Lo sappiamo tutti che il piccolo uomo e la piccola donna,
    armati della propria vis sognatoria e della loro capacità di pensiero
    indipendente che li porta inesorabilmente a dubitare della realtà
    stabilita e delle parole dell'autorità, dopo peripezie appasionanti e
    drammatiche, coronano il racconto prevalendo orgogliosamente. Nei film.

    Poco dopo, sempre nel (dannato) stream che marcia incessantemente in
    uno dei tab del mio browser è passata una di quelle benintenzionate,
    ma ormai stantie, tirate sulla crisi della fiducia nelle competenze,
    dove "democrazia non significa che la tua ignoranza equivale alla mia
    incompetenza", "fake news" e via dicendo.

    Questo casuale accostamento mi ha fatto pensare (strano, dirà qualcuno). Prendiamo lo
    sciachimista medio. È senz'altro possibile sostenere che costui pensi
    indipendentemente e metta in questione l'autorità, che insiste a
    dirgli che nessuna potenza oscura sta seminando sostanze chimiche
    utilizzando gli scarichi degli aerei e che le scie di condensazione
    sono infatti vapore acqueo. Ted talk da manuale. Purtroppo la sua vis
    sognatoria e la sua capacità di pensiero indipendente etc. etc. sono
    al servizio di una solenne idiozia. Il che ci porta alla crisi di
    fiducia nella competenza, e via dicendo.

    Forse scopro l'acqua calda, ma mi pare singolare che non abbia
    mai sentito sottolineare da nessuno che questi due miti della società
    contemporanea: "devi pensare indipendentemente, mettere in discussione
    l'autorità, realizzare il tuo sogno" e "devi sapere riconoscere e
    rispettare la competenza degli esperti"; sono in diretta
    contraddizione tra loro.

    La popolarizzazione/democratizzazione della figura dell 'eroe'
    romantico ottocentesco ha moltiplicato i racconti di esemplari di
    persone della strada che, quasi con una mano legata dietro la schiena,
    svelano l'ipocrita ingiustizia dello status quo, additando a tutti la
    verità negata che era lì, sotto i loro occhi, bastava un po' di
    pensiero indipendente.

    Capisco che le storie in cui l'autorità in fondo aveva ragione, l'uomo
    della strada viene schiacciato dalla stupidità delle sue persuasioni o
    dalla preponderanza delle istituzioni, la verità accettata risulta
    vera e il sogno non si realizza, al botteghino vadano così così. Sono
    racconti che non comunicano grandi aspirazioni, essenzialmente perché
    riflettono il normale stato delle cose. In altre parole, la
    democratizzazione del mito eroico lascia fuori dalla porta uno degli
    ingredienti essenziali: l'eroe è un personaggio eccezionale che agisce
    in circostanze uniche.

    Galileo e Copernico hanno messo il Sole al centro dell'universo (si fa
    per dire), ma l'esercito di quadratori del cerchio ed inventori di
    macchine del moto perpetuo erano semplicemente una folla di ridicoli
    eccentrici, che avrebbe fatto meglio ad accettare la verità ricevuta e
    il cui sogno la storia si è incaricata di seppellire sotto una
    risata. Le cose sono quasi sempre come sembrano. "Uno su mille ce la
    fa" è una frase gravemente sbagliata per eccesso. E così via.

    Io non credo che questo voglia necessariamente dire che il pensiero
    critico sia una cosa da non esercitare o che quello che viene da una
    qualche autorità debba sempre e in ogni caso essere preso per buono a
    ragione della sua provenienza. Mi sembra però che la ripetizione e
    l'universalizzazione di questo messaggio abbia alla fine logorato la
    sua esagerata semplicità, e che continuare a riproporlo senza pesanti
    qualificazioni serva solo a peggiorare le cose. Bisognerebbe forse
    proporre qualcosa come:

    "Devi pensare con la tua testa, ma solo se 
    sei effettivamente capace di farlo, e, francamente, le probabilità sono 
    gravemente a tuo sfavore. Ah, e per il tuo sogno vale lo stesso."

     Certo, come messaggio motivazionale ha una forza abbastanza limitata.

    Capita quello che, ad opera di internet, è accaduto alle frasi belle e
    alle citazioni semplici del pensiero dei "grandi uomini". Quando non
    sono false (e lo sono piuttosto spesso) la loro ripetizione incessante
    da una parte ne espone i limiti, la paradossalità, non di rado la
    falsità. Dall'altro le rende, per molti, verità autoevidenti, parte
    dello sfondo accettato di come le cose stanno, o dovrebbero stare.
    E così, finiscono per essere dannose, oltre che ormai inutili.

    Ad esempio la mia città è stata tappezzata (forse lo è ancora) di una
    enfatica frase ad effetto attribuita ad Enzo Ferrari:

    "Se lo puoi sognare, lo puoi fare" 

    Ora, questa frase è semplicemente falsa, sia nel suo
    significato letterale (posso sognare un mondo fatto ad anello popolato
    di unicorni, farlo è un altro paio di maniche), sia nel suo contenuto
    esortativo: poter sognare cose, poterle fare e farle effettivamente
    sono cose completamente slegate. Solo il fatto che Enzo Ferrari
    (praticamente unico) avesse sognato di avere una scuderia di successo
    e che abbia poi in effetti realizzato questo sogno presta alla sua
    frase un'aura totalmente immeritata.

    E quindi, dopo decenni di esaltazione Ted-iana e Hollywoodiana degli
    eroi che vengono dal basso, è al tempo stesso percepito come
     banalmente ovvio - ma  totalmente falso - il fatto che il pensiero deviante
    costituisca un valore in sè e sia alla portata di tutti.

    La morale non la so. Forse è che i messaggi semplici, in un'epoca in
    cui non abbiamo il tempo per meditarci sopra e interpretarli come
    semplificazioni di realtà complesse e tendiamo invece a prenderli alla
    lettera, hanno fatto il loro tempo, e che i messaggeri dovrebbero
    prendersi un po' di tempo per contestualizzarli e renderli, se non
    veri, almeno utili. Ma può darsi che mi sbagli.