Mi hanno segnalato (con richiesta di opinione) questa esecuzione di Chris Botti.
Io il Chris lo conoscevo già, e mi faceva un po' l'impressione di un Kenny G. della tromba, anche perchè occasionalmente produce stupide melensaggini di questo tipo.
Qui si tratta di vedere se Botti è un bravo trombettista jazz o un bravo strumentista che fa essenzialmente easy listening. Io sono perplesso. Sul fatto strumentale non ci piove: bel suono, tecnica impeccabile (detto da non trombettista - potrebbe anche essere una stupidaggine).
L'esecuzione è abbastanza corriva (il fatto che si tratti di My Funny Valentine non aiuta, sovraccarico di tradizione com'è questo brano, ma la scelta è di Botti). Nell'assolo, molto gradevole, sembra che Botti si concentri più sulle proprie acrobazie che su un'idea musicale. Le frasi sono brevi e costruite prevalentemente su arpeggi ascendenti. In un momento di malumore, direi che è superficiale - mi sembra che finisca per sottolineare solo cose che nella melodia ci sono già. Qualcuno si recorderà che Miles esortava i suoi a "non suonare quello che c'è; suona quello che non c'è".
I confronti sono ovvi e non mi sembrano favorevoli. Se tralasciamo Miles, si può prendere Chet - che aveva molte meno di note di Botti - in questa esecuzione. Nell' assolo, le idee melodiche sono enunciate chiaramente, perseguite e sviluppate in maniera impeccabile. L'atmosfera del pezzo evolve e ad un certo punto comincia a swingare. In altre parole esiste un'architettura laddove Botti si accontenta di un'atmosfera notturna, suggestiva ma un po' scontata e uniforme.
Fra l'altro, avendo ascoltato qualche pezzo di Botti, ancora non ho capito se swingare fa parte del suo concetto musicale - sicuramente dai suoi video su youtube è una componente praticamente assente.
Per curiosità, ho provato anche a fare un confronto con un trombettista di personalità più simile - Freddie Hubbard - che sicuramente non è mai stato avaro di acrobazie. Non ho trovato una My Funny Valentine di Hub, ma in un pezzo in fondo affine come I Remember Clifford, non mi pare che ci siano dubbi.
Forse solo nel confronto con questa Valentine di Paolo Fresu sono indeciso. Fresu costruisce di più, ma tutto sommato, spesso non riesce a portare a termine quello che comincia, per cui si rifugia in clichè.
Insomma, forse Botti non è solo easy listening, ma qualcosa che mi convinca che è un grande trombettista jazz ancora la devo sentire. Forse chiedo troppo...
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Wednesday, January 20, 2010
Monday, January 18, 2010
Piano pianissimo, senza parlar
...da oggi tuti gli italiani pagheranno una nuova tassa sui supporti di memorizzazione inclusi telefoni cellulari, PC con o senza masterizzatore, chiavette USB e simili. A beneficio della SIAE, naturalmente. E con vero spirito di dibattito democratico - "piano pianissimo, senza parlar" - il decreto è stato firmato il 30 Dicembre (!!) dandone notizia ieri e dicendo che si tratta di un decreto che "... individua un punto di equilibrio tra il riconoscimento del compenso che è dovuto a chi crea opere dell’ingegno e le esigenze, altrettanto importanti, degli utenti e del settore dell’innovazione e sviluppo tecnologico."
Il punto di equilibrio è una tassa su tutto quello che può servire a memorizzare alcunché, pagata anche da chi non piraterà mai nulla, del valore presunto di 300 milioni di euro annui, a favore di un'associazione sulla quale molti degli stessi aderenti hanno espresso robustissimi dubbi.
Avanti così.
Il punto di equilibrio è una tassa su tutto quello che può servire a memorizzare alcunché, pagata anche da chi non piraterà mai nulla, del valore presunto di 300 milioni di euro annui, a favore di un'associazione sulla quale molti degli stessi aderenti hanno espresso robustissimi dubbi.
Avanti così.
Monday, January 4, 2010
Musica e registrazioni...
Le considerazioni di Teo Macero in questa intervista (in due parti) e in questo questo video danno piuttosto da pensare.
Soprattutto prese assieme ad un'altra intervista - più tarda, e che, accidenti, non riesco più a ritrovare - dove dice senza troppe cerimonie che in pratica tutti i dischi di Miles da Bitches Brew in poi sono quasi completamente farina del suo sacco, fatta a partire da un materiale sonoro che i musicisti, sentendo il disco, non sarebbero stati in grado di riconoscere.
C'è da riflettere, come dicevo...ma non sono riflessioni allegre.
Soprattutto prese assieme ad un'altra intervista - più tarda, e che, accidenti, non riesco più a ritrovare - dove dice senza troppe cerimonie che in pratica tutti i dischi di Miles da Bitches Brew in poi sono quasi completamente farina del suo sacco, fatta a partire da un materiale sonoro che i musicisti, sentendo il disco, non sarebbero stati in grado di riconoscere.
C'è da riflettere, come dicevo...ma non sono riflessioni allegre.
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